Chi mi conosce sa quanto io ami parlare di cani per ore, dalla scelta del cucciolo, alla sua educazione, fino ad arrivare all’impostazione di una routine di discdog. Spesso però mi faccio prendere dall’entusiasmo entusiasmo di poter condividere le mie conoscenze e le mie esperienze, ma mi rendo conto a volte non tutti sono pronti, disponibili, o semplicemente non hanno voglia di ascoltarmi.
E’ come cercare di scaricare 20 gigabyte di informazioni cinofile in meno di un’ora di lezione.
Ad ogni modo, con questo mio articolo, al di là delle 5.267 cose che vorrei sapeste sui cani, partirò con la numero 1:
Datevi la possibilità di imparare insieme al vostro cane.
La formazione è qualcosa che si fa con il vostro cane, non per il vostro cane.
Quando si inizia una nuova avventura, come quella di educare un cane, si sta imparando una nuova abilità, e ci sono quattro fasi dell’apprendimento che ciascuno di noi attraversa quando ci apprestiamo ad imparare qualcosa di nuovo.
Incompetenza inconsapevole
“Non sappiamo di non sapere”
In questo stadio la persona ha scarse o nulle competenze tecniche nella materia studiata e non è praticamente in grado di riconoscere questo limite o l’utilità delle competenze necessarie per la pratica, necessita quindi di prendere coscienza di non sapere e questo processo, e la sua durata, dipendono principalmente dallo stimolo all’apprendimento.
Incompetenza consapevole
“Ci rendiamo conto di essere dei principianti, e vediamo quanto lavoro con il cane c’è ancora davanti a noi. Diventiamo realistici”
In questo stadio la persona prende sempre più consapevolezza dei propri limiti e identifica, pur non avendole ancora, le competenze necessarie per superarli. In questa fase l’errore è parte integrante del processo di apprendimento.
Competenza consapevole
“Più impariamo, più capiamo di non sapere, perché c’è ancora molto da imparare”
La persona inizia a padroneggiare il gesto tecnico e ad acquisire sempre maggiore competenza. Gli è necessaria una grande dose di concentrazione nel gesto e può studiarlo , praticarlo ed elaborarlo anche senza una costante guida esterna, questo coincide ad esempio con i momenti di pratica libera, con gli esercizi a casa, interni ma soprattutto esterni al proprio contesto, momenti nei quali il praticante mette la testa fuori dal nido. Nello zen si parla di shoshin o attitudine mentale del principiante per identificare quello stato di apertura all’apprendimento che inizia nella incompetenza consapevole e prosegue certamente in questo stadio.
Competenza inconsapevole (o istintiva)
E’ il livello di apprendimento più alto: le abilità della persona sono pienamente integrate col suo modo di agire. A questo punto, mettere a frutto le sue abilità inconsapevoli non richiede sforzo, ma risulta naturale. Senza accorgersene, la persona è in grado di eseguire un gesto tecnico, di utilizzare strategie o modi di fare, stili comunicativi o ascolto che un tempo avrebbero richiesto molto sforzo. Diventa possibile per certe attività lo svolgimento parallelo con altre attività.
Padronanza consapevole della competenza istintiva
Questo è il livello che è richiesto a chi insegna una materia, la destrezza è inconsapevole ma può essere ”attivata” a volontà, scorporata in elementi didattici e condivisa con l’esempio e la spiegazione.
Bene. A questo punto, la prossima volta che verrete al campo a fare lezione, ricordatevi di essere sempre curiosi, di essere pronti a perdonare, e di cercare quella connessione con il vostro cane (… e col vostro istruttore), sempre!